Le Trentasei Lezioni di Vivec
Fan Translation
Title: Italian Scrolls Online - Traduzione Italiana
Translators: Italian Scrolls Online
Homepage: italianscrollsonline.it
Alt Page: esoui.com
Version: 154
Date: 2023-11-21
Note: Traduzione Italiana di Elder Scrolls Online a cura del Team di Italian Scrolls Online. Questo addon è in fase di sviluppo.
Sermone Trentuno
Molti altri anni passarono a Resdaynia, e i sommi sacerdoti dei Dwemer erano quasi pronti a muovere guerra ai governanti di Veloth. L’Hortator era diventato il marito di Ayem durante questo periodo, e il primo santo della via trinitaria. Vivec si era stancato di combattere i suoi figli e le sue figlie, e così si prese una tregua dal cercare di trovarli.
L’Oratore disse a sua moglie: «Dov’è Vivec, il mio maestro? Lo amo ancora, anche se diventa freddo. I suoi lamenti, se così posso chiamarli, hanno cambiato la pelle di tutto il paese. Ultimamente non si trova quasi più da nessuna parte a Veloth. La gente diventa cupa per questo».
Ayem ebbe pietà del marito turbato e gli disse che la spada della Trinità aveva combattuto contro i mostri minori suscitati dai Dwemer mentre lavoravano alle loro macchine d’assedio di ottone. Prese l’Hortator dentro di sé e gli mostrò dove si trovava il suo padrone.
ALMSIVI, o almeno quell’aspetto che scelse di essere Vivec, sedeva nella Sala delle Litanie del Tempio del Pensiero Falso dopo la sua battaglia con gli orchi flautisti del Gash occidentale. Cominciò a scrivere, di nuovo, nel suo Libro delle Ore. Prima dovette indossare la sua Faccia d’Acqua. In questo modo poteva separare il bronzo del Vecchio Tempio dal blu del Nuovo e scrivere con felicità. In secondo luogo, doveva prendere un’altra piuma dalla Grande Luna, rendendola ulteriormente morta. In questo modo poteva scrivere dei mortali con verità. In terzo luogo, ricordò il Banchetto del Melograno, dove fu costretto a sposarsi con Molag Bal con scritture bagnate per cementare le sue sembianze di Mephala e scrivere con mani nere. Egli scrisse:
L’ultima volta che ho sentito la sua voce, mostrando il minimo segno di impazienza, ho imparato a controllarmi e a sottomettermi alla volontà degli altri. In seguito, ho osato assumere il fuoco sacro e ho capito che non c’era equilibrio con gli ET’ADA. Erano bugiardi, radici perse, e il massimo che posso fare è essere un interprete nel razionale. Anche questo fallisce i bisogni del popolo. Mi siedo sul seggio della misericordia e pronuncio il giudizio, lo stato di veglia e l’aspetto di fase dell’impulso innato. Solo qui posso dubitare, in questo libro, scritto nell’acqua, allargato al male.
Allora Vivec gettò il suo inchiostro su questo passaggio per coprirlo (per il lettore laico) e scrisse invece:
Trovatemi nella carta annerita, disarmata, nello scenario finale. La verità è come mio marito: istruita a spaccare, piena di procedura e di rumore, martellante, pesante, pesantezza resa schematica, lezioni apprese solo da una mazza. Che quelli che mi ascoltano siano allora colpiti, e che alcuni muoiano nella cenere dei colpi. Che chi lo trova lo trovi ucciso dall’illuminazione, pestato come una casa traditrice, perché, se un’ora è d’oro, allora immortale sono un codice segreto. Io sono il partecipante del Tamburo del Destino, scelto tra tutti quelli che abitano il mondo di mezzo per portare questa corona, che riverbera di verità, e io sono il messia maciullatore.
Il finale delle parole è ALMSIVI.